LISETTA CARMI
PORTO DI GENOVA
Lisetta Carmi è senza dubbio tra i fotografi più importanti del Novecento italiano. Nell’ambito di Foto/Industria sono esposti due suoi lavori, entrambi realizzati nel 1964. Il primo è un progetto sul porto di Genova, dove ritrae con la medesima intensità le forme maestose e terrificanti e la fatica degli uomini. Il secondo è una serie sull’Italsider, ugualmente realizzata a Genova, ancora in gran parte inedita e caratterizzata da un evidente slancio sperimentale, per cui astrazione e lavoro sono combinati in una indissolubile quanto potente amalgama. Accompagna la mostra la musica di Luigi Nono, che visita con Lisetta Carmi gli stabilimenti dell’Italsider nel 1964, ne registra i rumori e li pone alla base della sua composizione “La fabbrica illuminata”.
Sede della mostra
Genus Bononiae – Musei nella Città Oratorio di Santa Maria della Vita
Via Clavature, 8
BIOGRAFIA
Lisetta Carmi nasce a Genova il 15 febbraio 1924. A causa delle leggi razziali è costretta nel 1938 ad abbandonare la scuola e a rifugiarsi con la famiglia in Svizzera. Prosegue lo studio del pianoforte e, dopo il diploma, si dedica all’attività di concertista fino al 1960. In questi anni si avvicina in modo casuale alla fotografia, trasformandola poi in una vera e propria professione. Per tre anni lavora come fotografa al Teatro Duse di Genova. Accetta diversi incarichi dal Comune di Genova realizzando una serie di reportage in cui descrive le diverse realtà e problematiche sociali della città come, ad esempio, gli ospedali, l’anagrafe, il centro storico e le fogne cittadine. Dopo avere realizzato nel 1964 un’ampia indagine sul porto di Genova, diventata poi una mostra itinerante, inizia un reportage sulla Sardegna terminato negli anni settanta. Successivamente si reca a Parigi e da questa esperienza nasce il volume Métropolitain, libro d’artista contenente una serie di scatti della metropolitana. Nel 1965 prende corpo il suo progetto più noto, che nel 1972 diventerà un libro, dedicato ai travestiti genovesi. Nel 1969 viaggia per tre mesi in America Latina e l’anno successivo in Afghanistan e Nepal. Nel 1971 compra un trullo in Puglia, a Cisternino. Il 12 marzo 1976 conosce a Jaipur, in India, Babaji Herakhan Baba, il Mahavatar dell’Himalaya, incontro che trasformerà radicalmente la sua vita. Lo stesso anno è in Sicilia su incarico della Dalmine per il volume Acque di Sicilia, dove sono raccolte immagini del paesaggio e della realtà sociale della regione, accompagnate da un testo di Leonardo Sciascia. Negli anni realizza una serie di ritratti di artisti e personalità del mondo della cultura tra cui Edoardo Sanguineti, Leonardo Sciascia, Lucio Fontana, Carmelo Bene, Luigi Nono, Luigi Dallapiccola, Claudio Abbado ed Ezra Pound, di cui si ricordano i celebri scatti realizzati nel 1966 presso l’abitazione del poeta sulle alture di Zoagli. Negli anni successivi Lisetta Carmi si dedicherà completamente alla costruzione dell’ashram Bhole Baba, a Cisternino, e quindi alla diffusione degli insegnamenti del suo maestro. Nel 1995 incontra, dopo trentacinque anni, il suo ex allievo di pianoforte Paolo Ferrari e inizia con lui una collaborazione di natura filosofico-musicale. Nel 2010 il regista Daniele Segre realizza un documentario sulla sua vita dal titolo Un’anima in cammino, che sarà presentato al festival di Venezia.
© Lisetta Carmi. Courtesy of Martini & Ronchetti, Genova
Sede della mostra
Genus Bononiae - Musei nella Città Oratorio di Santa Maria della Vita
Via Clavature, 8
Il complesso di Santa Maria della Vita è uno dei monumenti più significativi di Bologna. La chiesa custodisce il celebre gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, punto di riferimento assoluto della scultura e della storia dell’arte. L’Oratorio, sede della mostra della Biennale, ha al suo interno un altro importante gruppo scultoreo, il Transito della Vergine di Alfonso Lombardi.