DAVID LACHAPELLE
LAND SCAPE
Noto a livello internazionale per le sue potenti immagini provocatorie, LaChapelle, nella sua ultima serie, LAND SCAPE, utilizza modelli in scala realizzati a mano per esplorare le infrastrutture della produzione e distribuzione del petrolio, illustrando l’impatto che hanno sulla società moderna.
Fotografate negli ampi deserti e lungo le coste della California, le strabilianti Refineries sono santuari del prodotto e dello stile di vita che esso rende possibile. Il lato nascosto di questi affascinanti scenari – costituiti da sottoprodotti riciclati inondati da una luce eterea – offre una visione delle conseguenze tutt’altro che magiche del sistema dipendente dal petrolio.
Nella serie Distributore di Benzina, le stazioni di rifornimento sono nascoste dalla lussureggiante vegetazione di Maui (Hawaii). La foresta pluviale funge da forza organica generativa e distruttiva al contempo; fonte di combustibili fossili, ha anche il potere di divorare di nuovo queste creazioni artificiali. La luce e la composizione irreali di queste immagini suggeriscono influenze di artisti che vanno da Edward Hopper a Ed Ruscha.
Sede della mostra
Pinacoteca Nazionale
Palazzo Pepoli Campogrande
Via Castiglione, 7
David LaChapelle combina riferimenti popolari e storia dell’arte, sapere di strada e metafisica, per proiettare un’affascinante allegoria della cultura del XXI secolo.
Nel corso della sua più che trentennale carriera, è stato uno dei fotografi più pubblicati.
Negli ultimi anni, i suoi lavori sono stati presentati in numerose esposizioni individuali in tutto il mondo. Le sue opere sono presenti in molte collezioni internazionali di istituzioni d’arte, fra cui il Los Angeles County Museum of Art, la National Portrait Gallery di Londra e la National Portrait Gallery di Washington DC.
DAVID LACHAPELLE – DISTRIBUTORE DI BENZINA EXXON, 2012 – © DAVID LACHAPELLE, COURTESY GALERIE DANIEL TEMPLON PARIS/ BRUSSELS
Sede della mostra
Pinacoteca Nazionale
Palazzo Pepoli Campogrande
Via Castiglione, 7
Costruito a partire dagli anni sessanta del XVII secolo, il palazzo fu pensato come residenza della famiglia Pepoli, prima commercianti di stoffe e in seguito cambiavalute e banchieri, una delle casate più in vista di Bologna.
Le sale sono affrescate dai principali protagonisti della grande decorazione bolognese della seconda metà del Seicento e degli inizi del secolo successivo: Giuseppe Maria Crespi, Ercole Canuti, i fratelli Rolli e Donato Creti.