ALBERT RENGER-PATZSCH
PAESAGGI DELLA RUHR
Tra il 1927 e il 1935, Albert Renger-Patzsch, tra i più importanti artisti della Nuova Oggettività tedesca, ha realizzato un’ampia serie di fotografie nella regione della Ruhr, ottenendo una dettagliata rappresentazione di uno tra i più archetipici paesaggi industriali europei. Il risultato è l’unico lavoro di Renger-Patzsch che non sia stato realizzato su commissione, un autentico capolavoro della fotografia documentaria e modernista che ha successivamente influenzato numerosi autori, tra cui i coniugi Bernd e Hilla Becher e i maggiori rappresentanti della cosiddetta scuola di Düsseldorf. Ora le 70 fotografie di questa mostra sono più importanti che mai: costituiscono un fondamentale supporto visivo per il dibattito sull’urbanistica, la crescita delle città e la rigenerazione del paesaggio delle zone minerarie.
Mostra organizzata con il supporto speciale e la collaborazione scientifica dell’Ann und Jürgen Wilde Foundation, Pinakothek der Moderne, Monaco di Baviera.
Sede della mostra
Pinacoteca Nazionale Sala degli Incamminati
Via delle Belle Arti, 6
BIOGRAFIA
Albert Renger-Patzsch nasce nel 1897 a Würzburg, figlio di un musicista e proprietario di un negozio di musica. Il padre è appassionato di fotografia e insegna al figlio le tecniche in uso all’epoca. Abbandonati gli studi di chimica al Politecnico di Dresda, nel 1922 viene nominato responsabile dell’archivio fotografico della casa editrice Folkwang Verlag a Hagen. Lavora a stretto contatto con l’editore e sostenitore della “biosofia” Ernst Fuhrmann, che qualche anno dopo lo assume presso Auriga, nuova casa editrice da lui fondata.
Nel 1925 si stabilisce a Bad Harzburg e comincia a lavorare come fotografo indipendente, ricevendo le prime commissioni da clienti che appartengono al mondo dell’industria e del commercio.
Nel 1927 gli viene dedicata la sua prima personale al Behnhaus di Lubecca, con immagini del distretto della Ruhr. Un anno dopo Kurt Wolff Verlag pubblica il suo libro più celebre, Die Welt ist schön, una raccolta di cento immagini di elementi naturali, soggetti industriali e oggetti quotidiani che si susseguono con la chiarezza di illustrazioni scientifiche. Questo lavoro viene accolto come l’equivalente fotografico del movimento pittorico della Nuova oggettività. Le immagini sono forti e immediate e rivelano quelle che saranno le caratteristiche distintive della fotografia di Renger-Patzsch: primi piani ravvicinati di piante e animali, strade urbane solitarie, ardite strutture di edifici industriali, particolari di macchine, nature morte di oggetti prodotti da quelle stesse macchine.
Negli anni successivi l’artista espone in mostre personali e collettive in Germania e all’estero. Lavora su commissione per numerosi clienti dell’industria tra cui Continental, Hannover (1928), Fagus, Alfeld (1928), Vereinigte Stahlwerke, Düsseldorf (1930), Zündapp, Norimberga (1930) e Schott, Jena (1936-1939).
Nel 1929 si trasferisce a Essen, dove il Museum Folkwang gli riserva uno studio. Nel 1931 Eisen und Stahl è nella lista dei “Cinquanta libri più belli dell’anno”.
Tra il 1935 e il 1940 ottiene numerose commissioni per pubblicazioni e per l’industria, che comportano lunghi viaggi in tutta Europa. Negli anni della guerra, dal 1941 al 1944, partecipa alla documentazione del sistema di difesa costiera del Vallo Atlantico, commissionata dall’Organizzazione Todt. La maggior parte dell’archivio Albert Renger-Patzsch del Museum Folkwang viene distrutta da un bombardamento aereo a Essen.
Dal 1945 fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 1966, riceve regolarmente incarichi da parte di case editrici e aziende, portando avanti parallelamente la propria ricerca personale, incentrata in particolare sulla rappresentazione della natura e dell’ambiente.
© Albert Renger-Patzsch / Archiv Ann und Jürgen Wilde, Zülpich / by SIAE 2019
Sede della mostra
Pinacoteca Nazionale Sala degli Incamminati
Via delle Belle Arti, 6
La Pinacoteca si trova all’interno dell’ex Noviziato Gesuita di Sant’Ignazio, eretto nella seconda metà del XVII secolo su disegno di Alfonso Torreggiani. La collezione permanente ospita opere dal XIII al XVIII secolo, con un’ampia panoramica di celebri artisti tra i quali Raffaello, Giotto, Ludovico, Annibale, Agostino Carracci, Guido Reni, Amico Aspertini e altre importanti raccolte.